venerdì, maggio 30, 2008

MI FIDO DI TE

...la vertigine non è paura di cadere,
ma voglia di volare ...
... mi fido di te, cosa sei disposto a perdere? ...

domenica, maggio 11, 2008

aspettando il 23

A ciascuno il suo :)

...e va bene così...senza parole...



P.S.: siamo a meno 26 giorni!!! Carlo, per favore, non dirmi prima la scaletta...che se non la fa non vengo!!!(te piacerebbe tzè ;))

sabato, maggio 10, 2008

Fango...

... e diventi un appestato quando fai uno sbaglio ...

mercoledì, maggio 07, 2008

martedì, maggio 06, 2008

Preparatevi!



:))

mercoledì, aprile 30, 2008

Buona strada

di questi giorni di (ri)partenze mi è tornata alla mente questa bella canzone dei Modena...



buon viaggio hermano querido!
..che le stelle ti guidino sempre e la strada ti porti lontano

mercoledì, aprile 16, 2008


Di questi tempi...

mercoledì, aprile 09, 2008

CarloClemente1501

L'editore del Nobel cileno ha dovuto fare un comunicato
la "bufala" gira da anni sul web, Mastella ci è caduto
"Non è di Neruda quella poesia e lui non avrebbe gradito la citazione"
di FULVIO TOTARO

"Non è di Neruda quella poesia e lui non avrebbe gradito la citazione"

ROMA - Non è di Pablo Neruda la poesia che Clemente Mastella ha letto ieri al Senato. Stefano Passigli, presidente della Passigli editori, che pubblica in Italia le opere del Nobel cileno, ha dovuto fare un comunicato. "Chi conosce la sua poesia - spiega Passigli - si accorge all'istante che quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del Novecento".

"Meglio così: non credo che Pablo Neruda, che ha speso la vita per grandi ideali politici, sarebbe stato lusingato dal sentir citare una poesia davvero sua dalla voce di Clemente Mastella".

Analoga smentita è arrivata dalla Fondazione Pablo Neruda: "Quella poesia non è sua".

"Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine", diceva ieri il senatore dell'Udeur, ma non sapeva di essere caduto in una bufala che gira da anni su internet. Il testo della poesia è di Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana nata nel 1961. Da anni passa come una catena di sant'Antonio dalle caselle di posta elettronica ai blog: una ricerca su Google produce quasi cinquantamila risultati per le parole Neruda e "muore lentamente", ma solo pochissimi siti segnalano l'errore: il 10 gennaio 2007, più di un anno fa, Lorenzo Masetti lo scriveva sul suo blog; un altro blog sul sito internet del Pais lo ha scritto l'8 luglio 2007.

Poche segnalazioni rispetto ai tantissimi siti che avevano diffuso questa "ode alla vita", come una poesia di Neruda, ma la lettura di Mastella ha svelato l'errore.

(la Repubblica 25 gennaio 2008)

PS scusa carlo, ma non resistevo:-)

venerdì, aprile 04, 2008

Lentamente muore


Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire aiconsigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

(Martha Medeiros)

mercoledì, marzo 19, 2008

Simulatore

Avete mai sognato di guidare una metropolitana?!
Ecco qua il simulatore per la linea 3 della metropolitana di Milano!
Molto molto reale:
si deve stare attenti a limiti di velocità, allo stress apportato ai viaggiatori (non si deve accelererare o frenare troppo bruscamente), a non andare "lunghi" quando si entra in stazione, a far entrare tutti passeggeri suonando il segnale di chiusura delle porte prima di ripartire..
facile? per niente! Provare per credere :))
ah, nota di percorso: il viaggio dura effettivamente l'intero tragitto Maciachini - San Donato: quindi se volete farlo tutto (e non vi squalificano prima) ci si impiega una mezzora abbondante!

buon viaggio!
carlo

martedì, marzo 18, 2008

SQUILIBRI

Vi prego guardate la Bertè in questo video!!!

Roma - Milano

le differenze...

venerdì, marzo 14, 2008

Trent'anni (di musica)...

30 anni dopo "ma cosa vuoi che sia una canzone"
oggi esce il singolo dell'ultimo album di Vasco...

"ed è proprio quando arrivo lì che già ritornerei
ed è sempre quando sono qui che io ripartirei
ed è come quello che non c'è che io rimpiangerei
quando penso che non è cosi il mondo che vorrei"

sabato, marzo 08, 2008

amicici

Il Pilutecnico

La bellezza?!
Dov'è la bellezza?
Ciao la bellezza, ciao!!

venerdì, marzo 07, 2008

Elezioni

In questo periodo di elezioni....un pò di sondaggi!!!!

E se non sapete ancora cosa votare...
ecco qui un consiglio!
semplicemente....grande Antonio!!

baci baci
carlo

lunedì, marzo 03, 2008

L'essentiel est invisible pour les yeux


"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piùù tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, cosi, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…"
Il piccolo principe ritorno l’indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.

"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicita. Quando saranno le quattro incomincero ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicita! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
"Che cos’è un rito?" disse il piccolo principe .
"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì e un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "… piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi aggiunse:
"Va’ a rivedere le rose. Capirai che la tua rosa è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto un mio amico e ora è per me unica al mondo".
Le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, è piu importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa".

E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe.
"Ecco il mio segreto.
E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi".

domenica, marzo 02, 2008

Quanto è brava Fiona Apple...
... ma perchè non viene a fare qualche data in Italia???
Lo sapete che dobbiamo andare ad ascoltarla se mai capiterà a Milano.
buona settimana,
Claudio

domenica, febbraio 24, 2008

Des armes

Des armes, des chouettes, des brillantes
Des qu'il faut nettoyer souvent pour le plaisir
Et qu'il faut caresser comme pour le plaisir
L'autre, celui qui fait rêver les communiantes
Des armes bleues comme la terre
Des qu'il faut se garder au chaud au fond de l'âme
Dans les yeux, dans le cœur, dans les bras d'une femme
Qu'on garde au fond de soi comme on garde un mystère
Des armes, au secret des jours
Sous l'herbe, dans le ciel et puis dans l'écriture
Des qui vous font rêver très tard dans les lectures
Et qui mettent la poésie dans les discours
Des armes, des armes, des armes
Et des poètes de service à la gâchette
Pour mettre le feu aux dernières cigarettes
Au bout d'un vers français brillant comme une larme

sabato, febbraio 23, 2008

BOICOTTARE LE GUIDE LONELY PLANET

"Per favore, usate la vostra libertà per aiutarci ad ottenere la nostra."
Auung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace 1991
http://www.free-burma.org/

"La causa del boicottaggio, lanciato dai consumatori britannici, è che la Lonely Planet ha pubblicato la guida "Myanmar", cioè il nome che la sanguinaria giunta militare al potere ha imposto alla Birmania".



Devo essere sincera, non sono affatto sorpresa da questa scelta della Lonely Planet, è solo una conferma dei dubbi che mi erano venuti dopo l'esperienza in Australia!

domenica, febbraio 17, 2008

I don't know who i am...

Questa sera mi è venuta un pò di malinconia...

Stavo guardando una puntata della 4° serie di Grey's Anatomy, in un momento tristissimo della puntata è iniziata una canzone, una bellissima canzone che conoscevo benissimo. Un istante dopo mi sono trovata a ripercorrere lunghi viaggi in pulman in mezzo al deserto, a cenare in un ostello con una piccola piscina circondata da palme con alcuni amici...

Ecco a voi Missy Higgins, cantautrice australiana (di Melbourne per la precisione), la canzone si intitola: "Where I stood". Buon ascolto

http://it.youtube.com/watch?v=vPAayzvCxrk

martedì, febbraio 12, 2008

......

lunedì, febbraio 04, 2008

L'anima perduta ...

L'anima perduta
nella monnezza di Napoli
di ROBERTO SAVIANO


NIENTE è cambiato. Si è tentato - tardi, tardissimo - ma non si è risolto nulla. L'esercito, i volontari, la pazienza e le proteste. Ma tutto versa nello stesso stato di prima. O quasi. Il centro e le piazze vengono salvati, si cerca di non farli soffocare dai sacchetti. E nella scelta dei luoghi in cui raccoglierli emerge la differenza fra le zone e le città. Zone dove conviene pulire per evitare che turisti e telecamere arrivino facilmente, strade dove vivono professionisti e assessori. E invece altre dove la spazzatura può continuare ad accumularsi. Tanto lì la monnezza non va in prima pagina. I paesi divengono discariche di fatto. Tutta la provincia è un'ininterrotta distesa di sacchetti. E la rabbia aumenta. Spazzatura ai lati delle strade, o che si gonfia in collinette multicolori fuori dai portoni, dove sono apparse scritte come "non depositare qui sennò non si riesce più a bussare". Niente è cambiato se non l'attenzione. Dalla prima pagina alle cronache locali.

Lentamente tutto questo rischia di divenire abituale, ordinario: la solita monnezza, parte del folklore napoletano, quotidiana come lo scippo, il lungomare e la nostalgia per Maradona. E invece qui è tragedia. Spazzatura ovunque, discariche satolle, gonfie, marce. Camion stracolmi, in fila. Proteste. E poi dibattiti, indagini, dimissioni, e colpevoli, ecologisti, camorristi, politici, esperti. Maggioranze e opposizioni e cadute di governo. Ma la monnezza resiste a tutto. E continua ad aumentare. La spostano dal centro alla periferia, la spediscono fuori città, qualcosa fuori regione. Però non basta mai, perché quella si riforma, si accumula di nuovo. Tutti pronti a parlare, in un'orchestra che emette suoni talmente confusi da divenire indecifrabili come il silenzio.

Certo risulta difficile credere che se Roma, Firenze, Milano o Venezia si fossero trovate in una situazione simile avrebbero continuato a far marcire i sacchetti nelle loro piazze, a tenersi strade bordate di pannolini e bucce di banana, a lasciar invadere l'aria dall'odore putrescente degli scarti di pesce. Difficile immaginare che in una di queste città la notte girino camion che gettano calce sopra ai cumuli per evitare che le infezioni dilaghino e soprattutto che vengano incendiati.

Il rinascimento napoletano finisce così, coperto di calce. Si sbandierava la rivincita della cultura, ma sotto il tappeto delle mostre, dei convegni e delle parole illuminate le contraddizioni erano pronte a esplodere. Non c'erano solo stuoli di progetti culturali e promozionali per il turismo. Negli ultimi cinque anni sono spuntati in un'area di meno di 15 km enormi centri commerciali. Prima il più grande del Sud Italia nel casertano, poi il più grande di tutt'Italia, poi il più grande d'Europa e da poco uno tra i più grandi al mondo: un'area complessiva di 200.000 mq, con 80 negozi di brand nazionali e internazionali, un ipermercato, 25 ristoranti e bar, una multisala cinematografica con 11 schermi e 2500 posti a sedere.

Ultimo arrivato, a Nola, il Vulcano Buono progettato da Renzo Piano che ha tratto spunto dall'icona napoletana per antonomasia: il Vesuvio. Una collina artificiale, un'escrescenza del suolo che segue le uniche e sinuose forme del vulcano. Alta 40 metri e con un diametro di oltre 170, un complesso di 150 mila metri quadri coperti e 450 mila in tutto. Si costruiscono centri commerciali come unico modo di far girare soldi. Quali soldi? Le stime dell'Istat segnalano che la Campania cresce meno del resto d'Italia. La regione è mortificata nei settori dell'agricoltura e dell'industria e incapace di compiere il salto di qualità nel comparto dei servizi.

E per quanto riguarda il valore aggiunto pro capite, se la media nazionale s'attesta a 21.806 euro per abitante, al Sud non supera quota 14.528. Keynes diceva che quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che le cose non vadano bene. Riguardo il nostro paese bisognerebbe sostituire al termine casinò la parola centro commerciale. Così rimangono, tra queste cattedrali di luci e cemento, gli interrogativi di sempre. Perché a Napoli c'è tutta questa spazzatura? Come è possibile quando cose del genere non accadono a Città del Messico e nemmeno a Calcutta o a Giakarta? È incomprensibile. Bisogna quindi essere didascalici. Perché le discariche napoletane sono piene? Semplice. Sono state usate male, malissimo. Sversandoci dentro di tutto, senza controllo.

Chi gestiva le discariche non rispettava i limiti, né le regole riguardo alle tipologie. Somiglianti più a buche fatte male che a strutture per lo sversamento, le discariche si riempivano di percolato divenendo laghi ricolmi di un frullato di schifezze, fogne a cielo a aperto. E così si sono riempite presto, e non solo di rifiuti urbani. Scavare crateri enormi, portare giù il camion e poi, uscito il conducente, saldare le porte del tir e sotterrare: era un classico. Un modo per non toccare i rifiuti nemmeno con un dito. Il tutto dava un guadagno talmente alto da poter sacrificare, intombandoli, interi tir. A Pianura, racconta la gente, c'è persino una carcassa di balena, e a Parete pacchi e pacchi di vecchie lire.

Ma perché i cittadini si ribellano alla riapertura delle discariche? Perché sembrano così folli da preferire i sacchetti che da circa due mesi hanno davanti a casa? Perché temono che insieme a quelli che dovrebbero essere solo rifiuti solidi urbani invece arrivino anche i veleni. Eppure ricevono le massime garanzie che la loro situazione non peggiorerà. Ma da chi le ricevono? Da coloro di cui non si fidano più. Da coloro che hanno sempre appaltato lo smaltimento a ditte colluse, a uomini imposti dai clan di camorra. E chi deciderà quindi davvero la sorte dei rifiuti? Come sempre i clan.

A loro non ci si può ribellare. Ma siccome allo Stato invece sì, spesso contando su una buona dose di pazienza dei reparti antisommossa, si fa ostruzione alle sue decisioni perché non accada poi che si inneschino i consueti accordi. Si preferisce rinunciare persino agli aiuti economici destinati a chi vive nei pressi della discarica, piuttosto che correre il rischio di finire marci di cancro per qualche sostanza intombata di nascosto. Certo, tra i manifestanti ci sono anche i ragazzotti dei clan pagati 100 euro al giorno per far chiasso, bloccare strade, saper lanciare porfido e caricare. Ma loro rendono soltanto esasperate paure che invece sobbollono in tutti. E le rendono isteriche perché più spazzatura ci sarà, meno controlli ci saranno per le ditte pagate per raccoglierla e più l'uso dei macchinari in mano ai clan sarà abbondante.

E più le discariche saranno bloccate, meglio si potranno infiltrare camion colmi di rifiuti speciali da nascondere mentre quelli bloccati fuori fanno da copertura. E i consorzi e la politica? I consorzi che gestivano i rifiuti lo facevano per conto di imprenditori e boss, mentre la responsabilità della politica locale e nazionale stava nella solita logica di non affidare posti a chi aveva competenze tecniche, bensì ai soliti personaggi con il solo requisito di essere in quota ai partiti. Quanti posti di lavoro distribuiti in periodi preelettorali, in strutture dove la raccolta dei rifiuti o la differenziata rappresentavano puramente un alibi. Perché non si è fatto nulla? Perché l'emergenza fa arrivare soldi a tutti. E quindi di emergenza si vive.

Finita l'emergenza, finiti i soldi. Bisognava forse ribellarsi anche nei giorni in cui i clan prendevano terre. E il termovalorizzatore di Acerra su cui tanto si discute, che per anni non è stato costruito e ora lentamente sta per realizzarsi? Quel genere di impianto non è dannoso, dichiarano gli oncologi, al centro di Vienna uno simile è persino divenuto un palazzo prestigioso. Certo. Ma in un territorio dove l'indice di mortalità per cancro svetta al 38.4%, chi rassicura la gente che negli impianti verrà bruciato solo quel che si deve? Quale politica saprà mantenere la promessa di massimo controllo in una terra che è stata definita la Cernobyl d'Italia? Il centrosinistra ha creduto di essere immune dalle infiltrazioni camorristiche perché la questione camorra riguardava l'altra parte. Ma non era così. Le porte dei circoli della sinistra si sono aperte ai clan mai come in questi ultimi anni.

E il crimine è stato percepito come un male naturale, fisiologico. La politica ha continuato a presentarsi sempre più come qualcosa di indistinto con l'affare e il crimine. Destra e sinistra uguali, basta mangiare. Il qualunquismo italiano forse non è mai stato così sostenuto dall'esperienza. E oggi occupano, bloccano, non collaborano perché non si fidano più di nessuno.
Non c'è altro da dire e da fare. Togliere, togliere la monnezza subito. Non si può più aspettare. Togliere e poi capire chi ha ridotto così questa terra e accorgersi che i meccanismi che qui hanno portato allo scempio totale sono gli stessi che governano in modo meno mostruosamente suicida l'intero paese. In questi giorni mi è venuta in mente una scena di un racconto di Salamov, forse il più grande narratore dell'aberrazione del potere totalitario. Quando i soldati sovietici misero in isolamento alcuni prigionieri del gulag, tutti invalidi tranne Salamov, pretesero che consegnassero le loro protesi: busti, dentiere, occhi di vetro, gambe di legno.

A Salamov che non ne aveva, il soldato, scherzando, chiese: "E tu che ci consegni? L'anima?". "No, l'anima non ve la do" rispose. Prese una punizione durissima per aver difeso qualcosa che fino ad allora credeva inesistente. Questo è il momento di capire se ancora abbiamo un'anima, e non farcela togliere come una gamba di legno. Non consegnarla. Prima che non ci restino che protesi.
© 2008 by Roberto Saviano.
da la Repubblica 04/02/2008

mercoledì, gennaio 30, 2008

la mafia bianca

dal sito di anno zero www.annozero.rai.itANSA - ROMA, 29 GENNAIO - I legali di Cuffaro hanno diffidato la Rai dal mandare in onda le parti dell'inchiesta “La mafia è bianca” in cui viene ritratto lo stesso ex governatore della Sicilia. “Da alcune anticipazioni della redazione - si legge nel testo nella diffida inviata al direttore generale Claudio Cappon e al direttore di Raidue Antonio Marano - è stata resa nota infatti l'intenzione di mandare in onda taluni brani del dvd in argomento, contenente una ricostruzione suggestiva tendente a descrivere l'on. Cuffaro quale soggetto colluso o quanto meno collegato alla mafia. L'intero impianto del dvd, allusivo e insinuante, accompagnato da tecniche di ripresa e colonna sonora a effetto fornisce una versione dei fatti volta a suggerire allo spettatore l'idea di una vicinanza tra l'on. Cuffaro e Cosa Nostra, smentita dall'azione amministrativa e politica del Governo dallo stesso presieduto, ed una sostanziale anticipazione colpevolista delle conclusioni della magistratura relative alla vicenda giudiziaria, ancora non conclusa che ha riguardato lo stesso”. “Considerato - prosegue il documento - che detto collegamento è da ritenersi altamente diffamatorio per qualunque cittadino ed ancor più nel caso dell'on. Cuffaro che ha rappresentato la massima carica istituzionale della Sicilia facendo del contrasto agli interessi criminali uno degli obiettivi principali del proprio operato politico e amministrativo, vi diffidiamo, pertanto dal trasmettere l'immagine dell'on. Cuffaro accostata o inserita all'interno di contesti di mafia così come emerge dal contesto dell'opera editoriale in questione”. In caso contrario, spiegano i legali, l'on. Cuffaro promuoverà le azioni giudiziarie a difesa della propria immagine e della propria reputazione. (ANSA)
I legali di Salvatore Cuffaro hanno pienamente ragione nel ritenere gravissimo l’accostamento dell’ex Governatore della Sicilia ad esponenti del mondo mafioso, come Angelo Siino, a cui Cuffaro si è rivolto alla ricerca di voti. O come Giuseppe Guttadauro, Salvatore Aragona, Domenico Miceli, Michele Aiello. Per evitare scomodi accostamenti, forse Cuffaro avrebbe fatto meglio a non frequentarli, gli ambienti mafiosi.

lascio anche un mio commento: se questi accostamenti per lui e per i suoi legali sono gravissimi e falsi perchè ha cosi tanto timore che gli italiani vedano questo documento? tanto sono tutte cose false!!!!!!!!!!!!!
Emily Dickinson
da Silenzi

Ci abituiamo al buio,
quando non c'è più luce
come quando la vicina tien sospeso il lume
testimone del suo addio

Da prima i nostri passi vanno incerti
nella improvvisa notte
poi gli occhi si adattano alle tenebre,
e affrontiamo la strada.

Così è nelle tenebre più vaste,
quelle notti del cervello,
quando nessuna luna ci fa segno,
nessuna stella irrompe dal di dentro.

I più bravi barcollano un istante
e sbattono talvolta
la fronte contro un albero
ma appena imparano a vedere,

l'oscurità si altera, oppure
qualcosa nella vista
si è assuefatta alla mezzanotte-
e la vita procede - quasi dritto.


sabato, gennaio 26, 2008

Trenino rosso

Guardate un po' qua!
E' il trenino del Bernina...parte da Tirano e arriva a Saint Moritz passando nel ghiacciaio (arriva fino a 2257 metri)..
è talmente famoso e caratteristico che forse diventerà patrimonio dell'umanità!
Io è una vita che vorrei andarci...
magari si organizza un sabato?
Io lancio la proposta... :))
Baci, carlo

ps: e poi, per gli amanti di questo tipo di mezzo di trasporto, è sempre un treno....non "vola"!














Cannoli siciliani


Beh la storia dei cannoli partiti da Raffadali è bellissima


Scifo incrocio le dita per tutta la Sicilia!!!

giovedì, gennaio 24, 2008

martedì, gennaio 22, 2008

Stupendo



...mi viene il vomito......è più forte di me!
Non lo so, se sto qui o se ritorno se ritorno tra poco, tra poco....tra poco..

venerdì, gennaio 18, 2008

Wires

questa canzone (wires) e questo gruppo (Athlete) mi piacciono un casino in questo periodo!


mercoledì, gennaio 16, 2008

Sardonico

sardònico: sardònico (pl. m. -ci), agg., detto di riso amaro e schernitore, effetto di una contrazione quasi convulsiva dei muscoli delle labbra e del volto, che assume un'espressione cattiva e beffarda.

Può sempre tornare utile nelle chiacchierate di tutti i giorni con "certi amici" ma anche nella lettura dei libri! :)))

sabato, gennaio 12, 2008

It's snowing

foto di stamattina (Aosta)...
giusto per prepararvi!


amici! pronti?!

:)))




mercoledì, gennaio 09, 2008

Palle di neve?


in attesa di scegliere tra i due fine settimana proposti (fine gennaio o il secondo di febbraio, uno dei due sicuramente!) per la montagna, ops, collina, vi copio incollo questa notiziola...
pronti alla battaglia a palle di neve?
baci
carlo


"le nevicate che si susseguiranno ad intermittenza per una settimana, forse anche dieci giorni, porteranno nell'arco alpino, in quello che è il periodo mediamente più secco dell'anno, ingenti nevicate. In genere, oltre i 1000 metri, cadrà non meno di un metro di neve, ma con diverse zone che vedranno quantità molto superiori, forse anche 2 metri di neve. A quota 1500 metri, le nevicate saranno rilevanti e generalmente superiori ai 150 cm. "

venerdì, gennaio 04, 2008

1° ottobre 2008?!

Da un forum dei coldplay...

"L'autorevole quotidiano nazionale La Stampa ha pubblicato stamane un articolo che riguarda Torino, assurta a Città Italiana della Musica per il 2008. In quest'articolo, si parla di come la metropoli della Mole si stia apprestando ad organizzare eventi di rilievo e a tenere concerti di livello internazionale. E proprio uno di questi ultimi dovrebbe vedere coinvolti i Coldplay. A rivelarlo è Giulio Muttoni, direttore responsabile della Set Up Events And Promotions: 'Torino è diventata la seconda città d'Italia per i grandi concerti dopo Milano...Il colpo dell'anno? Credo che i Coldplay saranno il concerto più atteso, la data non è ancora certa (1° Ottobre, ndr) ma non ce la faremo scappare...'. L'articolo enfatizza soprattutto quest'ultima dichiarazione, dando già lo show di Chris Martin e soci come un 'colpo acquisito', un qualcosa insomma di certo la cui organizzazione sarà la punta di diamante di tutti gli eventi musicali previsti per il 2008 in Piemonte.Si tratterebbe, quindi, del ritorno dei Coldplay nel Belpaese, lasciato fra il tripudio generale e l'acclamazione della critica subito dopo il concerto di Bologna del 15 novembre 2005. Un ritorno senz'altro gradito.Per ora aspettiamo di avere notizie più certe e le conferme ufficiali."